

Autorità comunicazioni Libia sospende l'attività di Huawei
Per violazioni legali e contrattuali. Stop amministrativo
L'Autorità generale per le comunicazioni e l'informatica della Libia ha disposto la sospensione immediata delle attività di Huawei nel Paese, accusando la società cinese di aver violato la legge nazionale sulle telecomunicazioni e vari obblighi internazionali e motivando il provvedimento a causa della "protezione della sicurezza nazionale, la sovranità dello Stato e il rispetto delle leggi locali e internazionali". La decisione, diffusa con una nota ufficiale e rilanciata da media statali e indipendenti, è entrata in vigore domenica 17 agosto. Secondo il provvedimento, Huawei avrebbe concluso contratti con soggetti non autorizzati, aggirando i canali legali di licenza e supervisione riservati esclusivamente all'Autorità. La nota richiama la legge n. 22 del 2010 e sottolinea che qualsiasi accordo stipulato al di fuori dei quadri approvati è da considerarsi nullo. L'Autorità ha inoltre evocato la violazione di principi e obblighi internazionali, tra cui quelli stabiliti dall'Unione internazionale delle telecomunicazioni relativi al rispetto della sovranità degli Stati. Nonostante lo stop amministrativo, la comunicazione non fa riferimento a blocchi dei servizi attualmente in funzione. L'impatto immediato riguarda i progetti in corso, le espansioni di rete e gli accordi societari, che resteranno congelati fino alla "regolarizzazione" della posizione del fornitore. Huawei, presente in Libia da oltre vent'anni e coinvolta in infrastrutture chiave come reti mobili e collegamenti sottomarini, non ha ancora diffuso commenti ufficiali. La decisione arriva in un momento di particolare attenzione del governo libico al settore digitale e alle telecomunicazioni, con la holding statale Lptic impegnata in progetti strategici come la connessione al cavo sottomarino Medusa e la pianificazione di reti di nuova generazione. (ANSA)
R.Kontogeorgis--AN-GR