

È morto Gianni Berengo Gardin, maestro della fotografia
94 anni, oltre 260 libri e 360 mostre in Italia e all'estero
È morto a Genova, all'età di 94 anni, Gianni Berengo Gardin, maestro del racconto fotografico. Nato a Santa Margherita Ligure nel 1930, dopo aver vissuto a Roma, Venezia, Lugano e Parigi, nel 1965 si era stabilito a Milano, iniziando la sua carriera da professionista, che lo ha visto impegnato nella fotografia di reportage, d'indagine sociale, di architettura, di descrizione ambientale. Ha collaborato con le principali testate italiane ed estere (Il mondo, Domus, Epoca, L'Espresso, Le Figaro, Time, Stern), pubblicato oltre 260 volumi fotografici e esposto i suoi lavori in oltre 360 mostre personali in Italia e all'estero. Le sue prime foto sono apparse nel 1954 sul settimanale Il Mondo, diretto da Mario Pannunzio, con cui ha collaborato fino al 1965. Dal 1966 al 1983 Berengo Gardin ha lavorato per il Touring Club Italiano, realizzando un'ampia serie di volumi sull'Italia e sui Paesi europei, e per l'Istituto Geografico De Agostini e numerosi reportage e monografie aziendali per le maggiori industrie italiane (Olivetti, Alfa Romeo, Fiat, IBM, Italsider). Per circa trent'anni ha documentato le fasi di costruzione dei progetti architettonici di Renzo Piano. Ha partecipato a Photokina di Colonia, all'Expo di Montreal nel 1967 e all'Expo di Milano nel 2015, alla Biennale di Venezia e alla celebre mostra "The Italian Metamorphosis, 1943-1968" al Guggenheim Museum di New York nel 1994. Con il supporto del Fai, ha esposto a Milano nel 2014 e a Venezia nel 2015 l'importante reportage di denuncia sul passaggio delle Grandi Navi da crociera a Venezia. Nel 2016 la mostra "Vera fotografia. Reportage, immagini, incontri", al PalaExpo di Roma, ne ha ripercorso la lunga carriera attraverso i principali reportage e oltre 250 fotografie. Nel 2022 il Maxxi di Roma gli ha dedicato la retrospettiva "L'occhio come mestiere". Nel 2023 una nuova serie di fotografie è stata raccolta nella mostra e nel catalogo "Cose mai viste. Fotografie inedite". Tra i numerosi premi che ha ricevuto, nel 1990 il Prix Brassaï a Parigi; nel 1995 il Leica Oskar Barnack Award ai Rencontres Internationales de la Photographie di Arles; nel 2008 il Lucie Award alla carriera, già assegnato a Henri Cartier-Bresson, William Klein, Elliott Erwitt; nel 2014 il Premio Kapuściński per il reportage; nel 2017 il Leica Hall of Fame Award. Le sue immagini fanno parte delle collezioni di importanti musei e fondazioni culturali, tra cui l'Istituto Centrale per la Grafica e il Maxxi di Roma, il Moma di New York, la Bibliothèque Nationale e la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Musée de l'Elysée di Losanna, il Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid. Attualmente, fino al 28 settembre, la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia ospita la mostra "Gianni Berengo Gardin fotografa lo studio di Giorgio Morandi", a cura di Alessandra Mauro: l'esposizioneraccoglie 21 dei più significativi scatti realizzati da Gianni Berengo Gardin nel 1993, quando venne chiamato per documentare i luoghi dove aveva lavorato il grande pittore emiliano, in occasione dell'apertura a Palazzo d'Accursio a Bologna del Museo Morandi.
T.Karagounis--AN-GR