

CCCP, "noi rivoluzionari? Ormai è una parola desueta"
Partito tour d'addio. "7 Ultime Chiamate per nostra cerimonia"
Sette live imprevisti e non voluti, Sette Ultime Chiamate per salutare - definitivamente e senza appello - chi li segue da più di 40 anni (tra scioglimenti e rinascite del gruppo). I CCCP - Fedeli alla linea hanno iniziato il loro tour d'addio da Roma, dalla Cavea dell'Auditorium Parco della Musica, sconquassata dall'energia sopra e sotto il palco. "Un concerto cerimonia - lo definiscono i quattro componenti storici (Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, la benemerita soubrette Annarella Giudici e l'artista del popolo Danilo Fatur) - perché per un commiato come si deve, vero e profondo, c'è bisogno di tempo. Dovevamo chiudere l'anno scorso, poi siamo stati sopraffatti da questo risveglio inaspettato e dalla voglia di riproporre Emilia paranoica. Ora siamo a -6, a Taormina, ultima data, saremo a 0, una sorta di cerchio che si chiude. Ma senza il pubblico l'ultima chiamata non ci sarebbe stata. I CCCP sono stati la nostra entrata nella vita adulta. Quando ci siamo riuniti non è stata una reunion, ma ci siamo accorti che le canzoni avevano amplificato i loro sensi, sono vive e ci chiedono di vivere". I CCCP non si sono risparmiati per poco più di due ore di live tra musica e performance teatrali, in un mix difficile da catalogare ancora oggi. "Abbiamo sempre avuto un approccio disincantato, allora come oggi. Non c'è una linea musicale dei CCCP, ma una necessità musicale - sottolinea Zamboni -.Siamo un gruppo rock, ma anche un gruppo punk, facciamo il liscio. non siamo niente di specifico siamo tutto assieme. È misterioso anche per noi come sia stato possibile trovare un giusto equilibrio". Non consierano la storia dei CCCP "una discografia, ma una serie consecutiva di palchi. I CCCP sono determinati dal palco. Nient'altro". Ma alla parola rivoluzionari si schermiscono: "Ormai è una parola desueta. Tra l'altro implica la volontà di una presa di potere. Che non abbiamo. Per certi versi siamo stati fraintesi, ma abbiamo parlato a livello molto profondo dell'animo umano e il nostro pubblico non è di sinistra, non è di destra, non è raggruppabile sotto una bandiera". Inizialmente il gruppo avrebbe dovuto esibirsi al Circo Massimo, poi un paio di mesi fa l'annuncio dello spostamento in Cavea, "ma nessun rimpianto. Il Circo Massimo era sovradimensionato per noi, andava rispettata la personalità dei CCCP". Le prossime, e ultime date, sono il 3 luglio a Legnano (MI), l'8 a Napoli, il 12 a Bari, il 18 a Piazzola sul Brenta (PD), il 24 a Rimini, il 30 a Taormina.
O.Kouris--AN-GR